
Il 6 ottobre 2006 veniva uccisa la giornalista russa contestatrice di Putin, Anna Politkovskaya, autrice del libro denuncia "Cecenia. Il disonore russo".
ATbilisi, sempre in ottobre (il 16), sei anni prima, era stato ammazzato il giornalista di Radio Radicale Antonio Russo. Le coincidenze non si fermano qui. Entrambi stavano per rendere pubblico un dossier (videocassetta nel caso di Russo) sulle torture perpetrate in Cecenia, entrambi sono stati uccisi con tecniche militari (schiacchaimento del torace nel caso del giornalista italiano), entrambi denunciavano la politica putiniana in Cecenia e non solo.
Ieri il procuratore della repubblica russa ha detto di avere imboccato la strada giusta e ha incarcerato dieci persone.
Ha dichiarato che il movente dell'omicidio va ricercato fuori dalla Russia ed è teso a destabilizzare il paese. Ha detto che i mandanti sono ceceni che hanno agito in combutta con elementi della polizia e dei servizi segreti legati al precedente sistema degli oligarchi (leggi Boris Berezovsky, rifugiato a Londra).
Ha dichiarato che il movente dell'omicidio va ricercato fuori dalla Russia ed è teso a destabilizzare il paese. Ha detto che i mandanti sono ceceni che hanno agito in combutta con elementi della polizia e dei servizi segreti legati al precedente sistema degli oligarchi (leggi Boris Berezovsky, rifugiato a Londra).
Non ho elementi se non le poche notizie riportate dalla stampa. Ma sembra tanto di assistere a un vecchio copione. Si epurano elementi non allineati e, invece di licenziarli o mandarli in pensione, li si accusa di qualche nefandezza e li si spedisce in galera.
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