
Prevedere scoperte non è molto difficile. È difficile immaginare quale ricaduta avranno tali invenzioni. Nell’Ottocento alcuni vignettisti provarono ad immaginare il 2000. I risultati furono disastrosi. Si trattava di un futuro uguale al passato ma con qualcosa di avveniristico. Ricordo una vignetta in cui una donna era ritratta mentre faceva le pulizie di casa con una scopa elettrica. Il vestito era ottocentesco, la scopa era identica ad una dell'epoca anche se un cavo la collegava ad una presa, il mobilio di casa e lo sfondo erano familiari a chi guardava e che fosse una donna a fare le pulizie confermava l’impressione conservatrice dell’insieme.
L’automobile fu la protagonista di un romanzo ottocentesco ambientato nel far west. Il cow boy usava l’auto per attaccare gli indiani invece del cavallo, il resto rimaneva identico.
Non era difficile ideare un’automobile (Bacone l'aveva immaginata nel '600), era difficile comprendere la rivoluzione sociale che avrebbe apportato. L’automobile presumeva il sorgere di un’industria nazionale, della catena di montaggio, e di punti vendita sparsi un po’ ovunque.
Avrebbe acccentuato lo spostamento dalla campagna alla città. Avrebbe fatto crescere di peso politico il movimento operaio, avrebbe reso più autonome le donne con inevitabili ricadute nella richiesta di maggiori diritti. Avrebbe favorito la rivoluzione sessuale.
È vero. I meccanismo che guidano le scelte umane sono da millenni sempre i soliti (paura, fame, sesso ovvero difesa e sopravvivenza di sé e della specie), ma la tecnologia cambia in modo significativo gli usi e i costumi della comunità umana. La storia dimostra che non è facile prevedere le conseguenze variegate e molteplici della tecnica sulla società.
I prossimi passi dell’umanità sono abbastanza prevedibili. La Terra sarà popolata da robot, l’uomo integrerà il proprio cervello con meccanismi di calcolo e memoria.
Non sarà la stessa società di oggi con in più i robot. Non avremo la stessa società di oggi con in più uomini integrati con le macchine. Assisteremo a uno sconvolgimento sociale imprevedibile. Nessuno può realmente immaginare come sarà.
L’automobile fu la protagonista di un romanzo ottocentesco ambientato nel far west. Il cow boy usava l’auto per attaccare gli indiani invece del cavallo, il resto rimaneva identico.
Non era difficile ideare un’automobile (Bacone l'aveva immaginata nel '600), era difficile comprendere la rivoluzione sociale che avrebbe apportato. L’automobile presumeva il sorgere di un’industria nazionale, della catena di montaggio, e di punti vendita sparsi un po’ ovunque.
Avrebbe acccentuato lo spostamento dalla campagna alla città. Avrebbe fatto crescere di peso politico il movimento operaio, avrebbe reso più autonome le donne con inevitabili ricadute nella richiesta di maggiori diritti. Avrebbe favorito la rivoluzione sessuale.
È vero. I meccanismo che guidano le scelte umane sono da millenni sempre i soliti (paura, fame, sesso ovvero difesa e sopravvivenza di sé e della specie), ma la tecnologia cambia in modo significativo gli usi e i costumi della comunità umana. La storia dimostra che non è facile prevedere le conseguenze variegate e molteplici della tecnica sulla società.
I prossimi passi dell’umanità sono abbastanza prevedibili. La Terra sarà popolata da robot, l’uomo integrerà il proprio cervello con meccanismi di calcolo e memoria.
Non sarà la stessa società di oggi con in più i robot. Non avremo la stessa società di oggi con in più uomini integrati con le macchine. Assisteremo a uno sconvolgimento sociale imprevedibile. Nessuno può realmente immaginare come sarà.
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