venerdì 7 settembre 2007

Editoriale per Scacchitalia


Oggi riposo. Mi limito a pubblicare l'editorialino spedito per il numero di settembre di Scacchitalia, la rivista della Federazione scacchistica italiana (indirizzo web: http://www.federscacchi.it/str_reg.php?tipo=6).


Oltre 1300 persone hanno scaricato sul proprio computer il file pdf del primo numero, nuova gestione, di Scacchitalia. Non c’è male tenuto conto del periodo estivo, ma si può fare di più. La scelta redazionale di non occuparci in modo diretto degli aspetti tecnici, se da una parte ci penalizza (si sa che allo scacchista medio interessa soprattutto l’ultimo ritrovato nella variante Scheveningen della Siciliana) dall’altra ci caratterizza in modo forte e dà alla rivista un senso diverso da quello delle riviste commerciali presenti sul mercato italiano.
Già alcuni articoli del primo numero dimostrano l’importanza di una pubblicazione istituzionale. Si pensi, per esempio, al pezzo di Marcello Perrone sui campionati giovanili.Difficilmente una rivista commerciale potrebbe permettersi il lusso di pubblicare tabelle e grafici come abbiamo fatto noi, ma quei dati sono di un’importanza fondamentale per chi vuole studiare l’evoluzione del fenomeno giovanile in Italia negli ultimi anni ed è stato straordinariamente importante averli resi pubblici. Chi si occupa del settore lo ha capito e ce ne ha dato atto.
Nel numero scorso Edoardo Bonazzi ha intervistato il giovane Caruana. Lo sanno tutti, ne ha parlato anche la stampa nazionale, ma ignorarlo nelle colonne della rivista federale sarebbe inammissibile. Fabiano ha conquistato il titolo di Grande Maestro. Risultato importante per lui in primo luogo, ma anche per lo scacchismo italiano date le scelte del giovane campione. Altri nostri ragazzi sono vicini al titolo e la fsi è vicina a loro: forza dunque.
Termino con una considerazione. Quando rilevai Scacchitalia mi domandai se saremmo stati capaci di trovare materiale sufficiente per farla uscire con una certa regolarità. La questione non può dirsi risolta dopo appena due numeri, ma sono rimasto sorpreso nello scoprire quanto gli scacchisti collaborino volentieri alla rivista federale. Di più: ne vanno fieri. E io lo considero un segno molto positivo, sintomo di vicinanza e condivisione di obiettivi. Un tempo non era così. Sarà merito della tecnologia, della comunicazione globale, di una diversa politica federale. A dir la verità, non lo so. So solo che il clima è un po’ quello del “sono anch’io federazione”.
Ammetto che mi piace.

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